Ipo-Iper Toroidismo

Cos’ è la tiroide?

La tiroide è una piccola ghiandola a forma di farfalla situata nella regione anteriore del collo, appena sotto il pomo di Adamo. Si compone di due lobi posizionati ai lati della trachea, e l’intera ghiandola pesa poco più di 25 grammi. La tiroide fa parte del sistema endocrino, un insieme di organi e tessuti che producono, immagazzinano e secernono ormoni (messaggeri chimici) riversandoli direttamente nel circolo sanguigno.

La tiroide è composta da numerose minuscole vescicole, i follicoli, contenenti una sostanza viscosa nella quale si trovano gli ormoni tiroidei. Tali ormoni contengono un’alta concentrazione di iodio. Anzi, quasi l’80 per cento dello iodio presente nel nostro corpo si trova nella tiroide. Una carenza alimentare di quest’elemento può causare il gozzo, un aumento di volume della tiroide. Nei più piccoli, la carenza di iodio può inibire la sintesi dell’ormone e pertanto ritardare lo sviluppo fisico, mentale e sessuale: una patologia chiamata cretinismo.

La funzione degli ormoni tiroidei            
 

Gli ormoni tiroidei sono contrassegnati con i simboli T3, rT3 (T3 inversa) e T4.# Sia la T3 che la rT3 derivano dalla T4, e la conversione avviene in gran parte nei tessuti al di fuori della tiroide. Quindi, quando il corpo necessita di una maggiore quantità

di ormoni tiroidei, la ghiandola secerne T4 riversandola nel flusso sanguigno, tramite cui la T4 e i suoi derivati raggiungono le cellule di tutto l’organismo.

Proprio come l’acceleratore serve a controllare la velocità del motore di un’automobile, gli ormoni tiroidei regolano il ritmo del metabolismo, ovvero il complesso dei processi chimici che producono energia e nuovi tessuti. In questo modo gli ormoni tiroidei stimolano la normale crescita e rigenerazione dei tessuti, influiscono sulla frequenza del battito cardiaco e consentono la produzione di energia per i muscoli, nonché la produzione di calore.

Gli ormoni tiroidei svolgono anche altre importanti funzioni. Per fare un esempio, aiutano il fegato a eliminare dal flusso sanguigno i trigliceridi in eccesso e le lipoproteine a bassa densità, dette colesterolo cattivo.

Il colesterolo viene trasferito nella bile e da lì nelle feci. D’altra parte, una scarsa quantità di ormone tiroideo può determinare un aumento del colesterolo cattivo e una diminuzione delle lipoproteine ad alta densità, o colesterolo buono.

Nel tratto gastrointestinale gli ormoni tiroidei accelerano la secrezione dei succhi gastrici e aumentano le contrazioni ritmiche del tessuto muscolare (peristalsi). Quindi l’eccesso di ormone tiroideo può causare frequenti movimenti intestinali, mentre la carenza di tale ormone può essere causa di stitichezza.

Quando la tiroide non funziona come dovrebbe

Una disfunzione della tiroide può essere il risultato di una dieta povera di iodio, stress fisico o mentale, difetti genetici, infezioni, patologie (di solito autoimmuni) o effetti collaterali dovuti a farmaci prescritti per curare diversi disturbi.

Un aumento del volume della tiroide, o gozzo, può essere un sintomo di patologia. L’aumento del volume può essere diffuso o localizzato (noduli). Anche se generalmente è benigno, il gozzo dovrebbe essere tenuto sempre sotto controllo perché può essere sintomatico di disturbi più gravi, come tumori.

Le patologie della tiroide possono avere uno sviluppo graduale e impercettibile, pertanto una persona può soffrirne da diversi anni senza neppure saperlo.

Di solito quando la tiroide non funziona dovutamente produce una quantità eccessiva o una quantità esigua di ormoni. Nel primo caso si parla di ipertiroidismo, nel secondo di ipotiroidismo.


Cos’è l’Ipotiroidismo?

L’ipotiroidismo è una condizione morbosa causata da una carenza di ormoni tiroidei con conseguente rallentamento del metabolismo.

Cause 

Ipotiroidismo primario. Il difetto interessa unicamente la tiroide, rappresenta la causa più frequente di ipotiroidismo (fino al 95% dei casi).

Può essere:

  • Congenito.
    Alla nascita è presente una ridotta massa del tessuto tiroideo, che è comunque in grado di produrre una certa quantità di ormoni. Per questo motivo i sintomi si possono manifestare solo nell’adolescenza o nella vita adulta. Le conseguenze dell’ipotiroidismo sono più gravi quanto più precocemente si manifestano, in quanto il rallentamento metabolico provoca alterazioni, anche permanenti, dello sviluppo somatico e psichico. Durante la vita fetale e neonatale la carenza degli ormoni tiroidei provoca un ritardo dello sviluppo del sistema nervoso centrale, con danni che divengono irreversibili se non viene instaurata immediatamente una terapia ormonale sostitutiva.

  • Conseguente a processi autoimmuni.
    E’ la forma più comune di ipotiroidismo primario, l’organismo in seguito ad un’infezione della tiroide (ad esempio la tiroidite di Hashimoto) produce degli anticorpi contro il proprio tessuto tiroideo. La tiroide diventa fibrotica e ha un volume ridotto, la funzione di sintesi è compromessa.

  • Iatrogeno, cioè post-terapeutico.
    E’ meno frequente e consiste in una riduzione del tessuto tiroideo conseguente ad interventi chirurgici alla tiroide o a terapia radiante con radioiodio, utilizzata nell’ipertiroidismo.Elemento comune a queste tre condizioni è la presenza di ridotto tessuto tiroideo.

  • Conseguente ad alterata sintesi degli ormoni tiroidei.
     Ciò può avvenire in seguito a:
    - alterazioni delle proteine necessarie ai processi biochimici di sintesi;
    - carenza di iodio, ma anche somministrazione prolungata e in dosi elevate dello stesso iodio, somministrazione prolungata di farmaci che interagiscono con gli ormoni tiroidei (ad esempio l’amiodarone e i sali di litio).

Ipotiroidismo secondario.

Rappresenta circa il 5 % dei casi.In questo caso il difetto interessa quelle strutture presenti nel cervello, che regolano la quota circolante di ormoni tiroidei.L’ipotalamo e l’ipofisi producono in maniera insufficiente rispettivamente l’ormone TRH e l’ormone TSH , con conseguente ridotto stimolo alla produzione degli ormoni tiroidei (lesione dell’ipotalamo o dell’ipofisi).

Sintomi

La caratteristica dell’ipotiroidismo è la lenta insorgenza ed evoluzione del quadro clinico. Spesso sono i parenti che si accorgono del caratteristico rallentamento dell’attività fisica e psichica del paziente. Il paziente parla più lentamente, ha riduzione della memoria, può essere depresso.

I sintomi costantemente presenti sono:

  • stanchezza

  • intolleranza al freddo

  • sonnolenza

  • stipsi ostinata

  • aumento di peso

In alcune forme più gravi si ha la cosiddetta facies mixedematosa, che consiste in gonfiore del volto ed è dovuto principalmente ad un aumento del liquido interstiziale nei tessuti cutanei. Il mixedema è un edema duro che può colpire anche la bocca con conseguente ingrossamento, e le corde vocali con conseguente alterazioni della voce che diventa roca.A livello della cute e annessi si ricordi ancora la possibilità di avere perdita di capelli e pelle secca. E’ spesso presente ipercarotenemia, particolarmente rilevabile nelle palme delle mani e nelle piante dei piedi, dove si ha una colorazione giallastra della cute.Può essere presente gozzo, se la causa è dovuta ad un’alterata sintesi degli ormoni tiroidei, ad esempio per carenza di iodio. In alcuni pazienti il gozzo può dare disturbi locali da compressione, specialmente se ha estensione retrostenale. In questo caso si può avere compressione e spostamento della trachea o dell’esofago, il paziente lamenta difficoltà ad ingerire cibi solidi.

Cause 

L’aumentata concentrazione di ormoni tiroidei deriva quasi sempre da una maggiore produzione da parte della tiroide. La tiroide è perciò aumentata di dimensioni.

Sono tre le principali cause:
  • Morbo di Basedow
  • Adenoma tossico o morbo di Plummer
  • Gozzo multinodulare tossico
Morbo di Basedow o di Graves

E’ la forma più comune e più rappresentativa di ipertiroidismo. Numerosi studi hanno dimostrato che il sesso femminile ne è più colpito. Le fasce di età più colpite sono quelle tra i 20 e i 40 anni.
In questa patologia è stata dimostrata la predisposizione genetica. La causa che determina la malattia è tuttora sconosciuta. Si suppone che un individuo con predisposizione genetica, in seguito ad infezione virale della tiroide o ad altri agenti che stimolano il sistema immunitario, produca dei fattori autoimmunitari il cui effetto finale è quello di stimolare la tiroide alla produzione degli ormoni tiroidei. Questi fattori si ritrovano nel sangue e sono conosciuti con il nome di Immunoglobuline stimolanti la tiroide  (TSI) o anticorpi stimolanti la tiroide (Tsab).

I segni caratteristici di questa forma di ipertiroidismo sono:

  • ingrossamento della ghiandola tiroidea, entrambi i lobi tiroidei sono diffusamente e simmetricamente aumentati di volume (gozzo tossico diffuso),

  • oftalmopatia infiltrativa dovuta ad infiltrazione di cellule che intervengono nei processi infiammatori (linfociti) nei muscoli extraoculari, il paziente ha edema periorbitale e protrusione dei bulbi oculari (esoftalmo)

  • dermopatia dovuta ad infiltrati di cellule nel derma solitamente a livello del dorso delle gambe.

Adenoma tossico di Plummer o morbo di Plummer

Consiste nella presenza all’interno della tiroide di un adenoma (tumore benigno) iperfunzionante, mentre il restante tessuto tiroideo è funzionalmente inibito per il controllo da parte dell’ipotalamo e dell’ipofisi.

Gozzo tossico multinodulare                                              

La tiroide può presentare un gozzo multinodulare, ben apprezzabile mediante l’indagine ecografica, cioè si ha una ghiandola che presenta all’interno più noduli, normofunzionante, cioè che non produce un aumento della sintesi degli ormoni tiroidei. A distanza di anni può comparire un ipertiroidismo, la cui causa scatenante può essere l’assunzione di sostanze iodate.

Altre cause di ipertiroidismo, più rare, sono secondarie ad ipersecrezione di TSH, come può avvenire nel caso di un adenoma dell’ipofisi. Ancora si ricordi l’ipertiroidismo fittizio che compare in seguito all’assunzione di ormoni tiroidei a scopo dimagrante, in cui è tipicamente assente il gozzo.

Isintomi più frequenti sono:
  • Nervosismo ed iperattività

  • Palpitazioni

  • Tachicardia

  • Insonnia

  • Aumento della sudorazione

  • Ipersensibilità al caldo

  • Astenia (mancanza di forze)

  • Aumento dell’appetito

  • Perdita di peso

  • Diarrea

  • Alterazione del ciclo mestruale

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Nell’Aloe Vera si trovano inoltre undici dei quattordici aminoacidi classificati come Secondari e sono: 

Acido aspartico: interviene nella formazione del DNA ed RNA cellulari (acidi nucleici) e nel rafforzamento il sistema immunitario dove partecipa ai processi di produzione delle immunoglobuline e degli anticorpi. Protegge il fegato.

Durante l’attività fisica interviene nella trasformazione energetica dei glicidi. Dopo l’attività fisica contribuisce allo smaltimento dell’ammoniaca prodotta.Viene usato negli stati di stress fisico e astenia.

Acido Glutammico: utile alla produzione di acido folico (vitamina B9) e precursore di numerosi aminoacidi non essenziali (glutammina, prolina, arginina, ecc.), esplica una notevole azione sul metabolismo e sulle funzioni nervose e cerebrali. Interviene anche nel metabolismo dei glicidi, dei grassi. In particolare determina un innalzamento ematico degli zuccheri.

Alanina: è un costituente fondamentale del connettivo tissutale. Interviene nella produzione di anticorpi e immunoglobuline che rendono efficiente il sistema immunitario e stabilizza il tasso glicemico del sangue. Contribuisce al metabolismo dei glicidi e degli acidi organici. Il sistema nervoso e il cervello la utilizzano a scopi energetici. Riduce il colesterolo nel sangue.In sinergia con la glutammina influenza la crescita muscolare. In condizioni di ipoglicemia permette ai muscoli di estrarre energia dagli aminoacidi grazie al suo ruolo nel ciclo glucosio-alanina. Assume importanza nell’esercizio fisico intenso e prolungato.

Arginina: precursore della sintesi della creatina e dell’acido amminobutanoico (neurotrasmettitore), potenzia il sistema immunitario incrementando la risposta dei linfociti, specialmente del tipo T che hanno prerogative anticancerogene. Contribuisce alla formazione del collagene, alla rigenerazione del tessuto epatico e alla cicatrizzazione delle ferite. Favorisce la produzione di insulina e glucagone e, sembra, anche dell’ormone della crescita, soprattutto se abbinata con la vitamina B5 (acido pantotenico) e la colina. Interviene nella sintesi delle proteine e dei grassi e degli zuccheri. É un coadiuvante negli stati di astenia e stress fisico e mentale.Dopo attività fisica aiuta a smaltire con più rapidità l’ammoniaca prodotta. Disintossica il fegato e combatte la formazione di alcuni radicali liberi.

Cistina: prodotto dall’ossidazione della cisteina, partecipa alla formazione del tessuto connettivo. Accresce la resistenza alle malattie stimolando l’attività difensiva dei globuli bianchi. Favorisce la guarigione delle lesioni alla pelle, contribuisce alla disintossicazione da metalli pesanti e contrasta l’azione dei radicali liberi.É un costituente importante della pelle e dei capelli.

Glicina: abbondante nel collagene, insieme all’ arginina e metionina consente di sintetizzare la quota rimanente di creatina nel fegato, rene e pancreas. In sinergia con la prolina favorisce la formazione di vari aminoacidi non essenziali e la rigenerazione delle strutture muscolari e tendinee. Produce il glucagone, attivatore del glicogeno. Partecipa alla costituzione dell’emoglobina e dei citocromi, enzimi coinvolti nelle reazioni energetiche. Produce immunoglobuline e anticorpi, indispensabili al sistema immunitario.Secondo alcuni studi stimolerebbe la produzione di GH con effetti anabolici sulle masse muscolari. Viene anche utilizzata come calmante e per contrastare l’acidità gastrica.

Istidina: ha un ruolo importante nelle funzioni ematiche in quanto partecipa alla produzione dei globuli bianchi e dei globuli rossi. Trasformata in istamina interviene come vasodilatatore. Contribuisce all’assorbimento dei raggi ultravioletti. In medicina viene usata per contrastare gli stati anemici, le allergie, l’artrite reumatoide, l’ulcera ai vari organi digestivi.

Prolina: costituente del collagene che è l’insieme di proteine costituenti il tessuto osseo, cartilagineo e connettivo. In sinergia con la glicina favorisce la formazione di vari aminoacidi non essenziali e la rigenerazione delle strutture muscolari e tendinee. Contribuisce al funzionamento ottimale del muscolo cardiaco. Costituisce una fonte di riserva energetica di rapida disponibilità per il fegato e per i muscoli.

Serina: partecipa alla produzione di energia cellulare. Potenzia il sistema immunitario in quanto contribuisce alla produzione di immunoglobuline e anticorpi. Costituisce una fonte di riserva energetica per il fegato e i muscoli.Migliora i processi nervosi.

Tirosina: derivato della fenilalanina, ha un ruolo importante nella funzione delle ghiandole tiroide, surrenali e pituitaria in quanto è precursore di vari ormoni quali quelli tiroidei, adrenalina e noradrenalina, dopamina. Contribuisce alla produzione dei globuli bianchi e rossi, del GH (ormone della crescita) e della melanina (pigmento che colora pelle e capelli).La norepinefrina (neurotrasmettitore) che produce abbassa la soglia dell’appetito. Innalza il tono dell’umore negli stati di ansia, depressione e insonnia. Agisce come stimolante generale.

Idrossiprolina: costituisce con la prolina il principale componente del collagene dei vari tessuti ed in maggior misura dell’osso. L’escrezione di idrossiprolina è un segno del ricambio del collagene. Un aumento dei valori normali di idrossiprolina plasmatica può essere osservato in caso di stati infiammatori, stati febbrili e neoplasie.

Argomento: Ipo-Iper Toroidismo

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